Torna in Tenuta Rasocolmo la rassegna Teatrale curata da Roberto Zorn Bonaventura: Promontorio Nord. Il format, ormai collaudato, sarà sempre lo stesso. Al tramonto, nel nostro boschetto di pini, lo scenario magico delle rappresentazioni e, a seguire, la nostra cena/degustazione. Il primo spettacolo:
CASCA IL VENTO
dal progetto Il deserto e la fortezza
ideazione e regia Simone Corso
con Adriana Mangano, Francesco Natoli e Simone Corso senza Giuseppe Capodicasa
organizzazione Stefania Catalfamo
foto di scena Giuseppe Contarini
con il sostegno del Fondo PSMSAD e il patrocinio del comune di Novara di Sicilia
Oggi, il 54% della popolazione mondiale (circa 4 miliardi di persone) vive nelle grandi città. Appena due secoli fa, solo il 3% (in rapporto al totale della popolazione di allora) abitava nelle aeree più urbanizzate.
Un recente studio dell’ONU sullo Sviluppo Urbano Sostenibile ha rivelato che entro il 2030 altri 2 miliardi di persone migreranno verso le metropoli con un impatto senza precedenti sulle infrastrutture e le risorse esistenti, arrivando a sfiorare il 70% del totale della popolazione globale che vive lontana dai piccoli centri e dalle zone rurali che, al contrario, soffrono un lento e inesorabile spopolamento. Proprio per questo, da qualche anno, in Italia, si improntano azioni mirate di sviluppo sostenibile e valorizzazione del patrimonio economico, sociale, ambientale e culturale dei 5.591 comuni italiani con una popolazione al di sotto dei 5mila abitanti.
Partendo da queste considerazioni nasce il progetto di ricerca teatrale Il deserto e la fortezza, di cui Casca il vento è l’esito scenico.
Scegliendo Novara di Sicilia come sede della nostra ricerca, abbiamo indirizzato la nostra attenzione sull’ambivalenza che i cittadini di questi piccoli centri vivono ogni giorno: cosa rimane di questi luoghi, oggi, nel 2020, a parte vecchie mura di pietra e calcestruzzo? Quali possibilità si celano dietro quei vicoli che si arrampicano sui fianchi della Storia? Quali sfide? Si tratta, forse, degli ultimi presidii di tradizione, storia e cultura che si ergono a salvaguardia dell’identità di un popolo contro l’avanzata del Presente; o fortezze sperdute, senza futuro, condannate ad essere inghiottite dal deserto che si fa attorno, e da cui fuggire finché si è in tempo?
Casca il vento è il risultato di questa ricerca. 17 intervistati, uomini, donne, bambini, anziani, emigrati ed immigrati ci hanno fatto dono della propria esperienza e delle proprie aspettative per scrivere insieme un racconto teso tra il passato e il presente per capire, attraverso il viaggio nella Storia di una città siciliana, come cambia il mondo e come cambia l’Uomo.
Dalla post-fazione del libro: “(…) Il deserto e la fortezza si è nutrito delle storie di diciassette novaresi che hanno accettato di fare una chiacchierata con noi. Se dopo un primo brain-storming non ci era ancora chiaro cosa potessero davvero significare, calati in quel contesto, i due concetti intorno ai quali stavamo impiantando la nostra ricerca, il “deserto” da un lato e la “fortezza” dall’altro, dopo aver parlato con Nino, Filippo, Gino, Fortunato, Ugo “il prof”, Tindaro, Mugurel, Barbara, Maria Angela, Simona e Roberto, il signor Ugo, Mario, Salvatore, le piccole Aurora e Vanessa e il poco più grande Vincenzo; tutto, a quel punto, si è fatto carne e parola. Dentro ogni novarese rimasto, ma anche dentro ognuno di quelli partiti o quelli venuti da lontano per abitarvi c’è un deserto e una fortezza. Non luoghi fisici, quindi, ma due luoghi dell’anima. Un passato e un presente. Un ricordo e una speranza. Un pieno e un vuoto. C’è l’uno perché ci sia l’altro e viceversa. C’è un partire perché c’è un restare. C’è un andare perché c’è un tornare. C’è il rudere di una casa perché ce n’è una dove la luce è ancora accesa.
Il nostro compito è stato quello di capire come potessero dialogare queste due parti di una stessa unità. Così sono nati Don Giovanni e Vanni, Giovanni e Gianni. Due coppie che formano un’unità che ne formano un’altra ancora. Se i primi, infatti, fanno i conti col nuovo mondo che la fine della seconda guerra mondiale e la susseguente occidentalizzazione stanno creando di fronte ai loro occhi e dentro le loro vite, i secondi si confrontano con quello che questo mondo gli ha lasciato per il futuro. Sul fondo, Novara, incarnata dallo spirito della Strega, immortale e onnisciente, una divinità pagana che parla da un luogo che è prima della nostra Storia, il genius loci che prova a tenere unito ciò che di giorno in giorno si strappa sotto lo sferzare del tempo che scorre e che niente può fermare. Che scorre e nessuno può afferrare, neanche sparandogli addosso. Ma forse anche il tempo (il concetto di tempo, così come si è sedimentato dentro di noi) è un’invenzione che serve solo a monetizzare le nostre vite.”
Insieme allo spettacolo sarà presentata la mostra fotografica Lo spirito della fortezza di Giuseppe Contarini, su progetto di Simone Corso e Adriana Mangano. La mostra è un viaggio inseguendo i vari volti dell' identità culturale della comunità novarese. Uno spirito che anima e sostiene chi ha scelto di abitare ancora questo luogo apparentemente povero di possibilità, ma che in realtà ne nasconde di altre, da imparare a cogliere.
L'EVENTO IN DETTAGLIO:
Inizio spettacolo H. 18,30 (si raccomanda la puntualità)
La cena/degustazione avrà inizio alle H 20,30
COSTO EVENTO + DEGUSTAZIONE: € 30 P.P.
Prenotazione obbligatoria - Posti limitati - info e prenotazioni 393.3343760
N.B. nel rispetto delle norme di prevenzione Covid la degustazione si terrà all'aperto ed a numero chiuso (max 50 persone). Gli ospiti dovranno obbligatoriamente fornire i loro dati all'ingresso ed essere muniti di mascherina per gli eventuali spostamenti.